La scorsa settimana abbiamo raccolto i 7 discorsi (reali) motivazionali da brividi nel calcio, purtroppo episodi che accadono solamente all’interno degli spogliatoi e dei quali, a parte rare eccezioni, non abbiamo testimonianze. Oggi invece vogliamo parlare di qualcosa che accade alla luce del sole riproponendovi le migliori 10 conferenze stampa della storia. Divertitevi!

1- Giovanni Trapattoni (Bayern)
Iniziamo con un pezzo da amarcord, roba da palati fini. A Monaco di Baviera il Trap non è ricordato per i titoli vinti ma per questa storica conferenza stampa. Risultato? Ha alimentato oltremisura i già consueti luoghi comuni su di noi italiani: tutti pazzi ed ignoranti. Il suo approccio minaccioso e il suo fare da uomo tutto d’un pezzo suscitarono un’unica reazione: le risa di tutti i presenti. Per tradurre il suo tedesco maccheronico ci vollero fior fiore di interpreti ma va capito, se nella rosa è presente anche un lungodegente come Strunz allora hai uno stimolo in più per sfogare tutta la tua rabbia.

2- Giovanni Trapattoni (Salisburgo)
Purtroppo per il Trap anche in Austria si parla tedesco, a Salisburgo lo chiamarono proprio per rivivere altre emozioni indimenticabili come quelle di Monaco di Baviera. Il momento tanto atteso non si fa attendere e lui non delude le aspettative, solita prestazione da fuoriclasse arricchita dagli onomatopeici “bla bla bla” e “chu chu chu” e da una chiosa da Nobel per la letteratura. La riviviamo nella versione commentata dalla Gialappa’s.

3- Agenore Maurizi (Ischia)
La terza è fresca fresca. Questo magnifico esemplare in via di estinzione era scappato dalla cattività ma è stato prontamente ritrovato e rinchiuso in gabbia. La prossima volta cari giornalisti formulategli delle domande sensate, chiedetegli ad esempio se a rompersi è stato il tavolo o la sua mano. Un minuto di silenzio infine per il povero cristo arrivato con l’intento di calmarlo e scacciato prontamente in malo modo. Cos’altro dire, godetevelo, per una new entry è stato un esordio da favola.

4- Franco Gagliardi (Reggina)
Proseguiamo con un’altra matricola, anche di lui dopo questo exploit si sono perse le tracce, ed è un peccato. Il suo intento? Una sincera e sentita captatio benevolentiae nei confronti dei giornalisti. Nella realtà? Una vera e propria arringa da boss della ‘Ndrangheta. Peccato solamente per i beep di censura, ma potrete benissimo immaginare con un pizzico di fantasia e senza comprare vocali o consonanti le parole mancanti.

5- Gennaro Gattuso (Ofi Creta)
Ora un pezzo d’annata, rimaniamo in Calabria almeno per quanto riguarda il soggetto. Fisicamente ci spostiamo in Grecia, Ringhio dimostra infatti di non aver dimenticato la sua proverbiale grinta da giocatore e la riversa tutta nel suo nuovo ruolo. Se però sul terreno di gioco non ha mai dimostrato grandi fantasia e tecnica, i piedi erano quelli che erano, qui ci stupisce, non è da tutti creare una nuova lingua: l’anglo-greco-italiano-calabro.

6- Ezio Capuano (Potenza)
Altra chicca pescata dagli annali, Eziolino commenta con pacatezza i torti arbitrali subiti (guardate fino a 3.05).

Ora che avete capito il personaggio e appreso quanto tenga all’educazione siete in grado di osservare la sua mossa finale.

7- Giuseppe Galderisi (Arezzo)
Che spettacolo Nanu! L’approccio promette subito bene, dopo aver trovato la posizione anti mal di schiena il tecnico si lancia in una constatazione neoplatonica come “è sempre una buonasera“. Il prosieguo è da oscar tra ringraziamenti alla Madonna ed offese gratuite. Avrebbero continuato all’infinito, altro che “scusa ho detto la parolina sbagliata“, se solo l’addetto stampa si fosse fatto i fatti suoi.

8- Antonio Conte (Siena)
Lo conosciamo in conferenze più “agghiaggiandi“. Nel mirino ci sono sempre gli pseudo-giornalisti, ma non mancano le frecciatine agli pseudo-tifosi toscani perché “Ringraziate il Signore che c’è Conte a Siena“. “E però , e però, e però” dopo aver ringraziato i giocatori “morti” a disposizione avvisa l’ambiente, a promozione raggiunta “che poi non salga nessuno su quel cazzo di carro“.

9 e 10 – Alberto Malesani (Panathinaikos e Genoa)
Non possiamo che chiudere con questa doppietta ineguagliabile degna di una finale Mondiale, degna di un infaticabile showman come Malesani “no no parlo io adesso“, perché lui nonostante quello che dicono i giornali non è “Mollo” e soprattutto “non è il scemo di turno“. Se volete contate tutti i “cazo” ellenici e i “mollo” rossoblu, non sarete i soli, benvenuti nel club, si tratta di un semplice rito iniziatico. Ah dimenticavo, la povera interprete greca fu costretta a rivolgersi ad Amplifon il giorno successivo. Chiudiamo con un appello, trovategli immediatamente una nuova panchina!

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