Antonio Conte nuovo Ct della nazionale italiana (Ansa)

Antonio Conte è il nuovo Commissario tecnico della nazionale italiana. Una scelta che non ha sorpreso tutti, a cominciare dagli addetti ai lavori che, già dallo scorso mese di luglio, avevano immaginato uno scenario simile. E’ lui il jolly giocato dal nuovo presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, che deve “recuperare” dalle battute infelici proferite durante la sua candidatura. L’ex numero uno della Lega Nazionale Dilettanti sa che la sua conferma, tra un paio di anni, passa per i risultati della squadra azzurra dopo il pessimo e fallimentare Mondiale disputato in Brasile sotto la guida di Cesare Prandelli.

Niente Roberto Mancini, dunque, per l’Italia, ma il tecnico tricolore più vincente degli ultimi tre anni. Per Conte, un biennale a cifre importanti ( quasi 4 milioni di euro all’anno), ampi poteri all’interno delle selezioni, a cominciare da quelli giovanili, e staff di “famiglia” con Alessio, Carrera e Bertelli che seguiranno il trainer salentino nella sua nuova avventura. Lui, che proprio un mese fa ha abbandonato la Juventus per motivi poco chiari, costringendo il club bianconero a ingaggiare in fretta e furia un altro allenatore in vista della stagione che partirà a breve. C’è qualcuno che parla di incoerenza da parte di Antonio Conte, ma qui la mancanza di uniformità manca a tutte le parti interessate.

Il nuovo Ct azzurro, infatti, solo due anni fa, di questi tempi, veniva squalificato per un presunto caso di calcioscommesse, con la Figc e i suoi uomini che non difesero minimamente l’allora allenatore della Juventus, lasciandolo solo nel momento più difficile della sua vita, non solo calcistica. Adesso lo stesso Conte pare aver dimenticato il fango gettato addosso da qualcuno anche con la famosa frase “non poteva non sapere” che fece il giro del mondo, accettando tranquillamente un incarico prestigioso e importante, Il 45enne allenatore, da questo momento in poi, è considerato il “salvatore della patria” da tante persone, tifosi che, fino a tre giorni fa, in barba alla concordanza, apostrofano lo stesso Conte come lo spot dell’illecito sportivo, del doping e tutto quello che ne consegue.

Nel calcio moderno, comunque, non c’è tempo per riflettere sull’incoerenza, contano i risultati. Se il primo allenatore meridionale della nazionale italiana dovesse far bene, sarà considerato un eroe, altrimenti la porta dell’uscita di Coverciano è sempre aperta per nuovi ribaltoni. Non ci resta che tifare, come sempre, Italia tutti i giorni, con la speranza che Conte possa portare vittorie su vittorie a una selezione che non alza trofei dal lontano 2006.

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