Svolgono da sempre un ruolo importantissimo, senza di loro una partita non si potrebbe giocare, se non all’oratorio o nella partita di calcetto con gli amici il venerdì sera. Prendono insulti a testa bassa, vengono accusati di favorire una squadra piuttosto di un’altra, sono sempre al centro di discussioni. Secondo dirigenti, calciatori e tifosi di ogni categoria, dalla più alta ai pulcini sono da sempre considerati la causa delle loro sconfitte, e da oggi su un campo di calcio, un rettangolo di gioco che dovrebbe essere fonte di gioco e divertimento, rischiano anche la vita. Di chi stiamo parlando? Parliamo degli arbitri.

Nello stato del Michigan, in America, domenica scorsa, nel corso della partita della Michigan United Soccer League tra Metro Rangers e Bintjbeil Stars, John Bieniewicz arbitro 44enne è stato aggredito e preso a pugni da un calciatore, Amir Saad, 36 anni. L’arbitro, sposato e padre di due figli è deceduto oggi in ospedale. Un episodio che fa seguito a quello avvenuto poco più di un anno fa a Ricardo Portillo, “colpevole” di aver ammonito un ragazzo 17enne. Storie che fanno rabbrividire, Bieniewicz è morto per una passione che a 44 anni ancora lo trascinava la domenica su un campo di calcio, nonostante una famiglia e una vita appagata. Ci vuole coraggio per fare l’arbitro, ma nessuno avrebbe mai pensato fino a questo punto.

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