Dopo meno di cinque mesi in Plaza Mayor, con tanta panchina e pochi lampi, Alessio Cerci accetta l’offerta del Milan e torna in Italia, salutando così l’Atletico Madrid. La notizia diventa tale per il valore del calciatore, per le varianti che offre all’attacco rossonero e per la dinamica-lampo del viaggio Italia-Spagna con biglietto di ritorno annesso compiuto dall’ex talentino delle giovanili della Roma. Rotti quindi gli indugi, nei piani uno scambio con Fernando Torres. Una decisione che lo stesso Cerci aveva anticipato con un post su Facebook: «Come sempre, quando si tratta di me, leggo spesso cose non vere e fantasie. Non ho rifiutato nessuno e non ho firmato con nessuno. Sono un giocatore dell’Atletico Madrid e sto valutando, insieme con la società, la soluzione migliore per entrambi. Credo sia giusto e normale così». Beffata l’Inter, ma a restare galeotto è sempre Facebook.

Proprio sul social network partorito da Mark Zuckerberg, infatti, Federica Riccardi, la fidanzata dell’ex granata, aveva salutato il calcio italiano con parole al veleno in estate. La “colpa” del pallone di casa nostra? Non aver trattenuto Cerci, la cui bacheca dei trofei a 27 anni-vale la pena ricordarlo-è semi-vuota (un bronzo agli Europei Under 21 nel 2009, un bronzo in Confederations Cup nel 2013), in Italia. “Essere il migliore esterno della Serie A delle ultime due stagioni non basta-scrise all’epoca la Riccardi- In Italia si va avanti solo con prestiti, vecchie glorie riciclate, stranieri, …giocatori che costano zero. I calciatori più forti se vogliono fare qualcosa di importante devono scappare via. Saluti Serie A noi ce ne andiamo nel calcio che conta”.

E oggi, lady Cerci, cosa dirà? Che la sua dolce metà è tornata nel calcio che non conta, dopo tre presenze in Liga e una rete messa a segno in Champions League. A quale altra ritrattazione “social” potremmo assistere? Nell’epoca del 3.0, per tracciare reputazioni e carriere, vale anche questo. Il Milan potrebbe essere un buon trampolino di lancio per rimettere in piedi una stagione cominciata col piede sbagliato, ma all’esterno di Valmontone-che l’anno scorso ha messo in cascina 13 assist e 11 reti con il Torino, numeri da pezzo pregiato- tocca dimostrare di contare nel calcio che non conta, prima ancora di stabilire cosa conta davvero.
(Twitter: @GuerraLuca88)

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