Correre può essere una scelta vincente da diversi punti di vista, come confermano svariate ricerche più o meno recenti. L’attività della corsa rappresenta, stando a quanto rilevato dagli studi in questione, un grande aiuto contro l’invecchiamento cerebrale. Fare jogging, e quindi non correre necessariamente a livello professionistico, conferisce enormi benefici a corpo e mente.

La corsa costituisce un allenamento ideale un po’ per tutti, assai utile per ritrovare la forma fisica, dimagrire e rassodare in particolare alcune parti del corpo, quali cosce, fianchi, glutei e gambe. Si tratta quindi di un’attività sportiva a tutto tondo e che può essere praticata facilmente e in maniera autonoma all’aperto. Con la bella stagione cosa c’è di meglio che correre in mezzo alla natura, nei parchi e/o negli spazi verdi in città?

Prima di cimentarsi con la corsa è bene dedicare qualche minuto allo stretching e poi alternarla alla camminata veloce. Inoltre, ci sono vari accorgimenti e “trucchetti” da tenere a mente, come correre per 3-4 giorni a settimana, dunque non ogni giorno, evitare velocità troppo sostenute, variare il ritmo della corsa e correre per un tempo massimo di 40 minuti in ciascuna sessione di allenamento. E, ancora, indossare abbigliamento confortevole e, soprattutto scarpe adatte.

Correre non fa bene solo alla forma fisica, bensì anche a quella cerebrale. Infatti, lo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, pubblicato sulla rivista Stem Cells, dimostra che correre blocca il processo di invecchiamento, stimolando la massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo. Ciò determina un incremento delle prestazioni mnemoniche.

La scoperta, concernente per l’appunto l’utilità delle attività di tipo aerobico, getta le basi per altre future ricerche dirette ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare. Gli studi nel settore in esame permetteranno, come ci si auspica, di fare ulteriori passi in avanti per quanto riguarda le patologie neurodegenerative.

Foto | donna.nanopress.it

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