Seedorf e Zanetti lottano in mezzo al campo durante un derby (foto Liverani)

“Il Derby della Madunina” è, da sempre, una gara diversa dalle altre. Come tutte le stracittadine che si rispettino, Milan-Inter è la partita con la P maiuscola. Non saranno certamente le precarie posizioni di classifica delle due squadre a togliere interesse, ma fa ugualmente male pensare a un match decisivo per la qualificazione alla prossima Europa League. Per intenderci: a Madrid, il prossimo 24 maggio, le due formazioni della stessa città, Real e Atletico, si contenderanno la Champions League, mica un trofeo qualsiasi. Non sarà, dunque, l’incontro dei sogni, ma rossoneri e nerazzurri cercheranno la vittoria per non rimanere fuori dalla porta europea.

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Oltre agli obiettivi di questo finale di stagione, tuttavia, il derby di domani sera sarà ricordato per due eventi dallo stesso significato. Prendete Clarence Seedorf e Javier Zanetti. Due persone distinte, campioni in un calcio che con il passato non ha niente a che vedere, ma forse trattati nella maniera sbagliata. Il primo fa l’allenatore, con i rossoneri che, nello scorso mese di gennaio, lo scelsero al posto dell’esonerato Massimiliano Allegri, fresco di sconfitta contro il Sassuolo. Da quel 14 gennaio le cose, purtroppo per Seedorf, sono cambiate, complice un non idilliaco rapporto con Adriano Galliani e con una parte dello spogliatoio milanista. L’olandese, autore, nonostante tutto di buoni risultati, molto probabilmente a fine campionato preparerà paletta e secchiello per lasciare Milanello una volta per tutte. Per lui, dunque, prima e ultima stracittadina da tecnico in giacca e cravatta che, in ogni caso, vorrà ricordare con un successo, proprio come succedeva da calciatore.

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Stesso destino, ma con un trattamento migliore, (ma di poco) di Javier Zanetti. Il numero 4 dell’Inter, che giocò il suo primo derby il 29 novembre del 1995, proverà le sensazioni di questo incontro per l’ultima volta. Poi, come già dichiarato dal suo presidente Thohir, sarà tempo di scrivania per “JZ4” che, in maglia nerazzurra, ha superato la soglia delle 800 presenze. Con ben 45 derby giocati, l’argentino detiene il record di questa speciale classifica nerazzurra, precedendo un’altra leggenda, quel Giuseppe Bergomi fermo a quota 44 apparizioni. In un mondo sempre più restio a lasciare spazio alle cosiddette “bandiere”, Zanetti, il calciatore quasi 41enne, dopo l’infortunio al tendine D’Achille, ha perso quello smalto, quella corsa, quella forza che, di fatto, lo avevano consacrato come uno dei migliori calciatori del pianeta. Quando “San Siro”, domani sera, spegnerà i riflettori sul 160° derby in Serie A, una lacrimuccia a qualcuno scapperà. Non sarà la stessa cosa ammirare, il prossimo anno, una stracittadina senza il capitano dell’Inter, da sempre nei cuori del tifo nerazzurro dopo ben 19 anni di onorata carriera. Seedorf e Zanetti, due vite e due destini incrociati, con un esito nostalgico.

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