Dopo una carriera entusiasmante, frizzante e costantemente ad alti livelli, Nicola Legrottaglie – centrale difensivo di Gioia del Colle – sta pensando al ritiro dal calcio. Per constatare gli umori e ripercorrere un cammino sportivo importante ed intrecciato con il decisivo incontro con la fede, la redazione ha raggiunto ai propri microfoni l’ex baluardo della difesa della Juventus che ha così risposto alle nostre domande.

Ritiro dal calcio: precisiamo?
“Non è ancora niente di ufficiale. In una settimana deciderò il mio futuro, voglio pensarci prima ancora un po’. Ho comunque delle idee per il futuro. Insomma, prima o poi le scarpe al chiodo dovrò appenderle (ride)”

Quali sarebbero queste idee per il futuro?
“Sto pensando se fare subito l’allenatore o aspettare un po’. Sto riflettendo, questi sette giorni saranno decisivi”

Il calciatore che diventa subito allenatore è oramai argomento di attualità. Fresco di esperienza “calcistica”, è più semplice vivere lo spogliatoio?
“Certo, sto pensando di fare questo perché credo di averne le qualità e lo faccio perché penso di poter dare ancora tanto a questo mondo. La mia esperienza di vita abbinata a quella sportiva può essere importante”

Come fotograferebbe la sua carriera?
“Ci sono state tante cose belle. Ho avuto la fortuna di fare tutto. Ho avuto l’occasione di giocare in Nazionale, fare grandi gol, vestire le maglie di grandi squadre, vincere e perdere. Insomma, il bagaglio è davvero completo. Italia-Brasile con 70.000 persone è stata splendida, così come la vittoria con la Juventus al Bernabeu. Ricordo particolarmente anche quel gol contro la Reggina che per me valeva tanto: era il gol della rinascita. A me però piace più ricordare le cose negative. Aiutano a crescere a livello umano”

Per esempio?
“La prima stagione negativa alla Juventus. Grazie a quella ho conosciuto la fede, qualcosa che mi resterà sempre”

Si spieghi meglio: come nasce questo incontro così forte?
È stata un’annata particolare tra infortuni e sconfitte. Mi ha portato a riflettere sulle cose vere della vita e a volte bisogna arrivare ad un punto basso per poter capire tante cose. Ho pensato molto, soprattutto sotto l’aspetto spirituale, che mi ha cambiato totalmente e sta continuando a cambiarmi”

Il cambiamento umano è andato di pari passo a quello sportivo?
“Assolutamente sì. Cominci a vivere con coraggio, forza e autostima: tutte cose che aiutano parecchio nella vita”

È stato lo spartiacque della carriera.
“Sì, perché poi mi verrà la forza di fare l’allenatore da questo. La mia esperienza di vita giocherà un ruolo importante sotto questo aspetto”

A proposito di carriera: è partito tutto da Bari. Ha visto che entusiasmo al San Nicola?
“Bellissimo, sono davvero felice per i biancorossi. Stanno dimostrando di essere una piazza di livello, importante. Spero che quest’entusiasmo resti tale anche nella prossima stagione, qualunque sia la categoria. Conosco Paparesta, è importante il suo essere barese. Ha grandi competenze e farà benissimo”

Da quale allenatore cercherà di “rubare” qualche trucchetto?
“Sono stato guidato da tanti tecnici bravi, quasi tutti i migliori. Ho avuto questa fortuna e da loro ho preso il meglio, come faccio sempre. Sono stato bravo a prendere qualcosa da qualcuno e creare una mia identità di calcio. Gente come Capello, Lippi, Delneri, Trapattoni, Mazzone o anche lo stesso Ranieri, passando per Deschamps e Conte. So come prendere da loro il meglio”

Come vede l’Italia ai Mondiali?
“Rispetto alle amichevoli nelle gare che contano facciamo sempre qualcosa in più e ci sarà voglia di rivalsa. Qualitativamente siamo un passo indietro alle altre, ma potremmo fare qualcosa di più mettendo in atto la nostra caratteristica principale: organizzazione e cattiveria agonistica. L’Italia deve partire da qui”

A Catania è arrivata una dura retrocessione. Cosa non ha funzionato?
“Quando le cose vanno male, bisogna farsi delle domande. Ma poi non puoi dire e indicare un motivo nello specifico. Sono tante cause, bisogna prenderle come vengono. Qualcuno deve retrocedere ed è toccato a noi, penalizzati da tanti aspetti come gli infortuni. Avevamo un’ottima squadra e siamo retrocessi. Il Catania, però, si riprenderà subito e secondo me già il prossimo anno lotterà per un campionato di vertice in Serie B”

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