Negli anticipi della 2° giornata di Serie A Roma e Juventus sembrano già aver staccato il gruppo delle inseguitrici. Si sa è presto per parlare di fuga ma le due favorite hanno già fatto capire di voler continuare da dove avevano lasciato lo scorso anno. Tutto il resto è noia, caratterizzata da dubbi e poche certezze. Le speranze di un campionato avvincente risiedono esclusivamente nella voglia di rivalsa delle due Milanesi e in quella di sfatare il tabù di eterna seconda, sarebbe meglio dire terza attualmente, del Napoli. Eppure siete davvero certi del fatto che Juventus e Roma anche quest’anno avranno la strada spianata?

La Roma di Garcia è stata l’autentica rivelazione dello scorso campionato e quest’anno avrà il difficile compito di ripetersi e se possibile di migliorarsi, ovvero vincere lo Scudetto. Ma i capitolini in questa stagione dovranno affrontare una competizione estenuante come la Champions League, resa ancora più difficile dall’arduo girone in cui sono stati inseriti, che potrebbe mettere alla prova e causare non pochi problemi anche ad una rosa larga, grazie ai diversi rinforzi estivi, come quella giallorossa. Inoltre il gioco di Garcia potrebbe essere stato ormai metabolizzato dalla nostra Serie A, riducendo di molto il fattore novità che si è rivelato decisivo soprattutto all’inizio della scorsa stagione.

La Juventus quest’estate invece ha dovuto fare i conti con un imprevisto cambio di guida tecnica, alleviato però dalle conferme dei jolly Pogba e Vidal. Ma Allegri, in queste sue prime uscite, sembra già aver in qualche modo annullato lo scetticismo che serpeggiava nei suoi confronti tra tifosi e addetti ai lavori. Resta però un interrogativo da porsi, quanto c’è di Allegri in questa Juve ancora prettamente Contiana? Qualcosa c’è ed è davvero interessante. Innanzitutto il nuovo allenatore considera la Champions come primo obiettivo e lo si vede dalle scelte. L’allenatore livornese infatti effettua un maggiore uso del turnover rispetto al leccese e la difesa a 4 sicuramente rappresenta una base più solida per andare avanti in Europa. La fame e la cattiveria agonistica è vero sono di Conte, ma a livello tattico possiamo notare ulteriori accorgimenti. Soprattutto in queste prime gare, in particolare grazie all’assenza di Pirlo, la squadra sembra avere più dinamismo nella costruzione della manovra e quello che era il secondo fulcro del gioco juventino con Conte, ovvero Tevez, sembra essere più vicino alla porta e non nella posizione di centrocampista aggiunto. La manovra essendo più rapida, viste le diverse caratteristiche di Marchisio nel ruolo di vice Pirlo, al posto di quel Pogba che è il vero collante tra metà campo e attacco, permette a Tevez di “scendere di meno” e di duettare di più con Llorente e gli altri compagni di reparto. Maggiore o minore organizzazione? Maggiore o minore presenza in zona gol degli attaccanti bianconeri? Solo il tempo saprà dirlo.

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