Cesare Prandelli ha fatto le sue scelte per il Mondiale e incassato le prime critiche. Routine, insomma. Si dice che il calcio sia bello perché vario e che non sia una scienza esatta. Nulla di più vero. E allora, dati alla mano, quando mai qualcuno è stato soddisfatto in toto sui classici “convocati” per kermesse così importanti? Mai. E anche quest’anno il web è esploso in una vera e propria campagna di solidarietà per Giuseppe Rossi, la stella di questa Nazionale che – dopo un brutto infortunio, l’ennesimo – ha fatto di tutto per recuperare, accelerare e staccare il pass in Brasile. Ma non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta a convincere Prandelli, sia chiaro. Perché le sue condizioni, dopo i test, sono risultate positive. Proprio come Baggio nel 2002, con le debite proporzioni. Il Divin Codino, reduce da un grave infortunio e allora giocatore del Brescia, bruciò ogni tempo di recupero, contribuì alla salvezza delle rondinelle ma non fu rischiato da Trapattoni, con tanto di amarezza per uno dei più grandi numeri dieci di tutti i tempi. Sarebbe stato il suo ultimo Mondiale.
Chissà, forse a Prandelli è mancato il coraggio di Lippi nel 2006. Quello di convocare ugualmente Francesco Totti, nonostante il gravissimo infortunio in un Roma-Empoli che costrinse il capitano giallorosso ad abbandonare i campi per parecchio tempo, salvo rientrare nel finale di stagione.

Eppure – stando agli argomenti, anzi l’argomento, che tiene banco nelle ultime ore – sembra che Pepito Rossi sia l’unico problema emerso dalle scelte dell’ex tecnico della Fiorentina. La sua assenza sarà pesante, ma comunque rimpiazzata da valide alternative quali Cassano, Cerci e Insigne, con il napoletano scelto a sorpresa in virtù di un finale di stagione in crescendo.

DIFESA, FERITA APERTA – A noi pare più eclatante l’esclusione di Andrea Ranocchia, per esempio. Non sarà ancora Beppe Bergomi, ma il centrale dell’Inter sembra garantire più solidità e rapidità rispetto ad un più statico Paletta, che non sembrava reggere il confronto con il difensore esploso nel Bari di Ventura.
La ferità che resta aperta riguarda l’out mancino. Spazio a Chiellini terzino di fascia o piena responsabilità a De Sciglio? Chissà. Fatto sta che entrambe le soluzioni non emozionano nessuno, almeno per adesso. E se la clamorosa esclusione di Mimmo Criscito, forse il terzino migliore in Italia, è stata digerita, resta inconcepibile anche l’esclusione di Manuel Pasqual, titolare di fascia alla Fiorentina e già “allievo” di Prandelli, che non trova posto in Brasile. Un’impressione sembra comune: quella fascia sarà il nostro anello più debole.

A centrocampo non emergono particolari sorprese, ma qualche dubbio – abbinato a curiosità – sorge. Passi Montolivo, la cui assenza è per ovvi motivi forzata. Ma se Romulo ha dichiarato di essersi auto-escluso dopo la scelta di Prandelli, chi sarebbe uscito dal gruppone?

PAROLA D’ORDINE: PRUDENZA – In attacco le costanti polemiche. A partire da Mattia Destro, escluso però con saggezza. La competizione è corta, si gioca sul breve e due centravanti possono bastare. E inserendo tra i parametri “scontati” la presenza di Mario Balotelli, non si poteva escludere un Ciro Immobile indiavolato in una stagione da urlo al Toro. E poi – a rigor di logica – escludendo Rossi, reduce da un infortunio, l’equazione con il centravanti della Roma è presto fatta e ha un titolo, condivisibile o meno: prudenza.

Tra pochi giorni l’esordio, Prandelli ha deciso. Ma siamo sicuri che l’assenza di Rossi sia il vero problema?

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