15 dicembre 2014, sorteggio degli ottavi di finale di Champions League: l’urna riserva ai bianconeri il Borussia Dortmund, squadra che ai tifosi bianconeri evoca ricordi piacevoli, come la vittoria della Coppa UEFA nel 1993 o l’inizio della cavalcata della squadra che a Roma si laureerà Campione d’Europa nel 1996, ma anche una cocente delusione, ovvero la finale persa un anno dopo a Monaco di Baviera, forse una delle ferite più dolorose della storia juventina soprattutto perché conseguenza di una sconfitta inaspettata: una Champions che l’orchestra di Lippi aveva fino a quella notte azzannato e che le è sfuggita per errori individuali, arbitrali e parecchia sfortuna. Per questo i gialloneri riempiono i pensieri del mondo Juve già da quel 15 dicembre: adesso il momento è arrivato. E se al sorteggio i più tirarono un sospiro di sollievo per aver evitato le proibitive Real, Barça, Bayern e Chelsea, vediamo oggi se quel sospiro di sollievo è giustificato o meno.

Indubbiamente siamo di fronte alla peggiore stagione del Borussia Dortmund targato Jurgen Klopp: basta dare un occhio alla classifica della Bundesliga, dove il BVB è da poco riemerso dalla zona retrocessione. 22 partite, 7 vittorie, 4 pareggi e 11 sconfitte, 28 gol fatti e 31 subiti. Reus e compagni sono reduci però da tre vittorie consecutive, per la prima volta in stagione, seppur contro avversarie non proprio irresistibili. Si tratta comunque di un upgrade, se si pensa che in questi 3 match i gol segnati sono stati 14, quindi metà dei totali, a fronte di 4 subiti. Un piccolo segnale di ripresa dunque, che la Juve non deve sottovalutare. Anche perché il cammino dei tedeschi in Champions è stato quasi perfetto, con le prime 4 gare stravinte e la qualificazione messa in cassaforte.

L’incubo retrocessione sembra scongiurato e Klopp vede la luce in fondo al tunnel: grazie soprattutto al recupero degli infortunati, come Reus, che per restare in tema è senz’altro il faro di questa squadra. La difesa ha ritrovato i pilastri Hummels e Subotic, anche se là dietro si balla ancora un po’ troppo. E Immobile? Lo scugnizzo sembra aver perso la titolarità a favore di Aubameyang, mentre a centrocampo Sahin e Gundogan sembrano meno brillanti rispetto al passato, Mkhitaryan non è continuo e Kagawa si è un po’ perso dopo l’esperienza allo United. Anche il gioco non è più quello spumeggiante grazie al quale due anni fa il BVB arrivò fino a Wembley e l’anno scorso sfiorò la rimonta nei quarti contro il Real: ma un fattore determinate è stato senz’altro la partenza di Lewandowski, terminale ideale di quel meccanismo perfetto e che adesso sembra essersi un po’ inceppato.

Cosa resta dunque? L’imprevedibilità, una forma ritrovata, giocatori che comunque possono far male in qualsiasi momento. E la voglia di dimostrare che si tratta solo di un’annata storta. Morale della favola: guai a prenderli sottogamba. Nei salotti televisivi si dà quasi per scontato il passaggio del turno; le aspettative sono tante e l’avversario è alla portata, ma la Juventus i quarti dovrà sudarseli e non basterà giocare come nelle ultime uscite. Allegri e i giocatori però questo lo sanno: l’auspicio è che sappiano anche fare in modo che questo doppio confronto venga ricordato con piacere e non come una dolorosa e lancinante ferita.

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