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Continua la maledizione Champions League per la Juventus: anche quest’anno, ancor più che negli anni precedenti, l’accesso alle fasi finali della massima competizione europea viene sbarrato da un avversario modesto che si chiama Lione, che pur perdendo 2-1 a Torino si qualifica ai quarti grazie all’1-0 dell’andata.

Certo, è arrivato il nono scudetto di fila – cosa che in altre piazze avrebbe del clamoroso – ma a Torino questo non basta e non può bastare. Dopo un dominio senza rivali in Italia, contava vincere la Champions ed era stato chiamato per questo proprio Maurizio Sarri, l’uomo del bel gioco.

Il bel gioco non si è visto in campionato – la squadra ha chiuso con uno striminzito punto di vantaggio sull’Inter e con tante partite vinte non convincendo – ed in Europa è arrivato il capitombolo. Qualificazione persa all’andata giocata a marzo in Francia, d’accordo, ma ciò che resta è che l’obiettivo fallisce.

E così a pagare è propri il mister Sarri. Il presidente Andrea Agnelli aveva detto di doversi prendere un po’ di tempo per assumere le giuste decisioni, invece non ha aspettato che mezza giornata per sollevare dall’incarico il tecnico toscano.

Dura un solo anno, dunque, la sua esperienza sulla panchina bianconera. E, a sorpresa, qualche ora dopo arriva il nome del successore: è Andrea Pirlo, tre anni in bianconero da calciatore e ingaggiato pochi giorni fa come allenatore dell’under 23. Subito il grande salto, dunque, per uno dei più grandi registi del calcio moderno, e una scommessa per la società, quella di puntare su chi non ha mai ufficialmente ricoperto tale ruolo.

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