Juventus-Fiorentina non è una partita come le altre. Soprattutto se si gioca a Firenze. Per tanti è uno scontro tra due modi diversi di vivere e di intendere il calcio, e ha dentro sé le sfumature (molto più di 50) di quelle rivalità che resistono al tempo ma diventano quasi inspiegabili. Perché hanno radici antiche, ma mai dimenticate. Ma Juventus-Fiorentina è anche un ricordo bellissimo legato alla storie di Alex Del Piero.

È quella magia nel lontano 1994 eseguita al volo da centro-sinistra. Da casa di Del Piero, in pratica. Perché da lì, lui, era capace di fare qualunque cosa. E quel giorno la Fiorentina vinceva al Delle Alpi contro una Juventus rinata da pochi mesi, e che di lì a Maggio avrebbe conquistato il primo scudetto dell’era Lippi. Poi pareggiò Gianluca Vialli, con una doppietta. E la Juve iniziò a crederci. Poteva vincere una partita che a 20 minuti dalla fine era persa. Alessandro Orlando prova un lancio disperato verso la metà campo avversaria. Voleva trovare Del Piero, poi avrebbe deciso lui cosa fare. Del Piero non è razionalità, un po’ come l’amore per Raf. E inventa un gol che resterà nella storia di questa partita. E nella storia del calcio. Un pallonetto d’esterno al volo. Che comunque lo si racconti non rende l’idea.

Nacque un mito. La prima vera perla di Del Piero, che di lì a poco sarebbe diventato una bandiera. Con il 10 sulle spalle. Quello stesso 10 che in quel giorno invernale al Delle Alpi sottrasse a Roby Baggio, uno per cui i tifosi della Fiorentina erano scesi in piazza. Costretto a guardare, prima di essere ceduto, una perla di rara bellezza di un calciatore che parlava la sua stessa lingua. E veniva dallo stesso posto. Dove il calcio è magia, e Juventus-Fiorentina segna l’inizio di un mito.

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