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La stagione di calcio italiano si è ufficialmente aperta con il primo trofeo assegnato in stagione: la Supercoppa Italiana è stata portata a casa dalla Lazio, che nella finale giocata allo Stadio Olimpico di Roma ha meritatamente battuto per 3-2 la Juventus.

Un successo ottenuto sul campo, frutto del bel gioco e della grinta che hanno messo in campo i ragazzi di Simone Inzaghi sin dal primo minuto. Sono passati in vantaggio per due a zero, hanno rischiato di capitolare quando sono stati raggiunti quasi allo scadere dal rigore di Dybala, ma hanno saputo ritrovarsi immediatamente firmando il tris che è valso la coppa.

Gode Inzaghi junior (che di strada in panchina ne ha fatta ben più del fratello Superpippo), gode Claudio Lotito, che addirittura sogna in grande. Scudetto?, gli viene chiesto dai giornalisti. “Penso al Leicester”, la sua risposta, sostenendo che nulla è impossibile e che, in ogni caso, la squadra biancoceleste è stata la quarta più titolata in Italia negli ultimi anni. Una vittoria personale verso tutti quei tifosi che l’hanno criticato nel corso di questi anni di presidenza, ma che ora apprezzano il suo lavoro certosino.

Tutt’altra aria si respira in casa Juventus. Il famigerato triplete è arrivato, ma al contrario: nell’ultimo anno sono state tre le finali perse, a partire dalla Supercoppa dello scorso anno contro il Milan, passando per la notte da incubo a Cardiff in Champions League fino alla seconda Supercoppa a Roma.

Se è vero che le squadre di Allegri sono sempre partite a handicap ad inizio stagione, è altrettanto vero che non si possono mancare così tanti appuntamenti all’ultimo atto. La Juventus rimane la più forte in Serie A, ma bisogna dimostrarlo quando occorre, e soprattutto essere la migliore nelle mura di casa non basta più, né alla società e né ai tifosi.

Allegri dovrà riordinare le idee e riflettere sui tanti punti negativi che non vanno (dalle amnesie difensive del neoacquisto Mattia De Sciglio, chiamato a sostituire Dani Alves) ai battibecchi che ultimamente troppo spesso accadono (non ultimo, quello con Chiellini a margine della partita persa contro la Lazio). C’è un clima di evidente nervosismo, ma non è più tempo di piangere sul latte versato: il campionato è ormai alle porte.

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