La nuova vita di Saviola in realtà non era poi granché, fino a stasera. L’attaccante classe 1981 aveva firmato con l’Hellas Verona l’1 Settembre, dopo aver rescisso all’inizio dell’estate il proprio contratto con l’Olympiakos. Ma fino ad oggi aveva disputato solo spezzoni di partite, per la precisione 4.

Poi la possibile svolta della stagione. Hellas Verona-Perugia di Coppa Italia, e Saviola parte titolare in nome di un turnover che oggi anche la squadra di Mandorlini può permettersi. Rigore procurato e gol realizzato, per l’argentino ex Barcellona, che ora prova a rialzare la testa e magari a superare il momento negativo. L’anno scorso aveva collezionato 26 presenze con la maglia dell’Olympiakos, realizzando quasi un gol ogni due partite. Sembrava tutt’altro che finito, e l’età (33 anni) faceva ancora sperare in un finale di carriera positivo, magari nella tranquilla Verona.

Poi un inizio di stagione disastroso. In campo Saviola si era visto poco, troppo poco per poter giudicare. Ma nelle gerarchie di Mandorlini era stato superato un po’ da tutti, compreso Nené, arrivato a Verona per fare il comprimario. Invece di Saviola si parlava: i tifosi dell’Hellas sognavano la coppia con Toni. Una coppia un po’ in là con gli anni, ma di sicuro affidamento. Mandorlini aveva spiegato le difficoltà nell’adattare le caratteristiche dell’argentino agli schemi tattici degli scaligeri, e la piazza si era quasi arresa.

Poi, un martedì di coppa contro il Perugia. E due strade davanti: far diventare questa partita la svolta di una stagione positiva o rendere una fredda serata di Coppa Italia un caso isolato in un’annata di stenti.

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