Anthony Davis

Damian Lillard (Portland Trail Blazers)

Lillard

Contro ogni pronostico il nativo di Oakland sta portando di peso Portland ai Playoffs, quando nell’Oregon in molti pensavano già ad una stagione di re-building dopo le partenze di Aldridge, Batum, Lopez, Matthews e Afflalo. Lillard ha tenuto una media di 40.5 punti, 6.0 assist, 3.0 rubate e 6.5 triple – tirando peraltro splendidamente dal campo (57%) – nelle due vittorie contro Warriors e Jazz: impressionante il suo finale di gara contro Curry & soci, sfida contrassegnata dai 51 punti del numero 0 dei Trail Blazers.

LeBron James (Cleveland Cavaliers)

LeBron James

Una volta smaltite le “fatiche” dell’All-Star Weekend, due avversarie ostiche come Chicago (anche se a ranghi ridotti) e Oklahoma City potevano rappresentare una bella gatta da pelare per James e i suoi Cavs. Il Prescelto si è però caricato la propria squadra sulle spalle e ha condotto la franchigia dell’Ohio a due successi, dovuti in buona parte ai suoi 25.0 punti, 10.0 rimbalzi e 8.0 assist con il 54% dal campo, grazie ai quali Cleveland si è attestata su un record di 40-14: il seed numero 1 ad Est in ottica post-season non dovrebbe più essere un problema.

Luol Deng (Miami Heat)

Luol Deng

Il protagonista che non ti aspetteresti mai: con Dwyane Wade e Chris Bosh fuori entrambi per guai fisici, l’ala sudanese naturalizzata inglese ha preso in mano l’attacco degli Heat – storicamente non di certo la fase di gioco cui è più propenso – viaggiando a 28.5 punti, 10.5 rimbalzi, 2.5 rubate con il 63% dal campo e l’80% ai tiri liberi. Le due doppie doppie dell’ex-Bulls hanno rappresentato una boccata d’ossigeno per Miami, che grazie alle due vittorie maturate su Atlanta e Washington è riuscita a risalire fino al quarto posto della Eastern Conference.

Anthony Davis (New Orleans Pelicans)

Anthony Davis

Cifre spaventose per il prodotto di Kentucky (46.5 punti, 13.5 rimbalzi con il 59% dal campo e l’83% ai liberi) che in occasione della gara vinta sul campo dei Detroit Pistons si è reso protagonista di una prestazione mostruosa da 59 punti e 20 rimbalzi (24/34 dal campo). L’ultimo ad aver accumulato statistiche simili in un incontro NBA era stato Shaquille O’Neal, autore il 6 marzo 2000 di 61 punti e 23 rimbalzi contro i Clippers: si tratta della famosa “vendetta” di Shaq contro i cugini losangelini, rei di non avergli dato in regalo alcuni biglietti in occasione del suo compleanno.

DeMarcus Cousins (Sacramento Kings)

Demarcus Cousins

Boogie è sceso in campo solamente una volta (successo dei suoi Kings sui Nuggets di Danilo Gallinari per 116-110) mettendo comunque a referto una prova maiuscola da 37 punti, 20 rimbalzi, 4 stoppate con il 60% dal campo (12/20) e l’80% ai liberi (12/15): per quanto fatto vedere fino a questo punto della stagione, merita assolutamente di qualificarsi per i primi Playoffs della sua carriera.

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