Il titolo di “ammazza grandi” l’ha conquistato nella stagione 2012-2013, quando giocava ancora nelle fila del Parma e, dopo essere andato a segno contro Inter, Juventus, Milan e Napoli, Nicola Sansone salì agli onori della cronaca di quello stesso anno come uno degli attaccanti assolutamente da evitare per le big del nostro torneo. Il calciatore classe ’91, nato a Monaco di Baviera ma italianissimo d’origine, ha mosso i suoi primi passi da professionista proprio nel settore giovanile del Bayern per poi tornare a giocare in patria, prima nel Crotone e poi con la maglia dei ducali.

Nei due anni a Parma, in Serie A, ha messo a segno 8 gol in 43 partite, una percentuale di realizzazione non certo esaltante ma dalla quale emerge il suo autentico marchio di fabbrica: castigare le grandi mettendo in mostra le sue doti migliori di velocità, tecnica e coraggio. L’approdo quest’estate al Sassuolo gli conferirà un’ulteriore consacrazione di quelle che sono le sue caratteristiche: insieme a Zaza e Berardi forma un tridente di extra-lusso per una provinciale, che si esalta e mette in crisi squadre sulla carta ben più attrezzate.

E’, infatti, nel dinamico 4-3-3 di Di Francesco che Sansone sta trovando nuova ispirazione per le sue migliori performance. In particolare, quando gli avversari corrispondono ai nomi di Milan e Inter, il piccolo e terribile attaccante della formazione emiliana sembra trasformarsi in un autentico fenomeno, creando letteralmente lo scompiglio tra le spaesate difese rosso-nero-azzurre.

Tre gol in tre partite nel doppio confronto con le milanesi, tra Campionato e Coppa Italia, che sono costati punti,critiche e posizioni in classifica ad Inzaghi e Mancini, scavalcati clamorosamente proprio da quel Sassuolo che ha nel suo numero 17 il calciatore simbolo della rivincita delle provinciali contro le grandi. Egli rappresenta al meglio lo spirito dell’organizzazione, del gioco e dell’umiltà a fronte dello spreco di energie e di denaro delle due formazioni di Milano, il coraggio e la sfacciataggine di chi vuole arrivare contro la presunzione di chi si sente già arrivato, ma non riesce nei fatti a dimostrarlo. Sansone, sotto questo punto di vista, che segni o meno, rimarrà sempre l’attaccante di provincia che fa male a tutte le cosiddette grandi del nostro torneo.

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