riccardo cucchi

Appende il microfono al chiodo Riccardo Cucchi. Il celebre radiogiornalista Rai si appresta ad effettuare la sua ultima cronaca di calcio prima di lasciare una longeva attività che va avanti con successo da quattro decenni.

Nato a Roma il 31 agosto 1952, Riccardo Cucchi si laurea in Lettere e, a partire dal 1979, comincia la sua carriera nella tv di Stato dopo aver vinto un concorso per radiocronisti. Parlare al pubblico è il suo sogno sin da bambino, da quando è solito ascoltare le appassionanti cronache di coloro che hanno l’onore di commentare le partite della nazionale. Così il suo sogno diventa realtà ed egli diventa il punto di riferimento di una buona fetta d’Italia, quell’Italia che la domenica pomeriggio si trova fuori casa ed accende la radio per sapere ciò che succede sui campi di gioco.

Inizialmente è l’inviato in Molise per seguire le partite del Campobasso in Serie B; in seguito scala i vertici e collabora per la trasmissione Novantesimo Minuto assieme ad altre voci prestigiosissime del giornalismo sportivo quali Sandro Ciotti, Enrico Ameri e Alfredo Provenzali. Non solo calcio: Cucchi ama lo sport a 360 gradi e segue anche canottaggio, scherma e soprattutto atletica leggera, disciplina per il quale segue le gare in occasione dei Giochi Olimpici di Barcellona 1992.

Nel 1994 diviene la prima voce di Radio1 per le partite della nazionale in sostituzione di Sandro Ciotti e da lì è un punto assolutamente inamovibile. Prende parte nelle vesti di inviato a sei Olimpiadi e quattro Mondiali di calcio, tra cui quello concluso con il trionfo degli azzurri a Germania 2006.

Nel 2014, in occasione di Italia-Lussemburgo giocata allo Stadio Curi di Perugia, effettua la sua ultima radiocronaca della Nazionale, lasciando l’incarico a Francesco Repice. Ora è il momento di dire addio anche al campionato di Serie A: domenica 12 febbraio la sua ultima radiocronaca.

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