Mancano ormai solamente gli ultimi 90 minuti di questa lunga stagione di Serie A. Se in Europa probabilmente ha segnato il tanto atteso rilancio del calcio italiano, in campionato abbiamo vissuto in fondo un’annata piuttosto prevedibile. Se escludiamo gli exploit dei giovani uomini di Sarri, del Palermo dell’ormai ex Paulo Dybala, della bella Lazio di Stefano Pioli e delle due genovesi, con la Samp però ultimamente in fase calante in quanto distratta dai dubbi del suo condottiero, la classifica ha rispettato chiaramente gli standard degli ultimi anni con una Roma, un Napoli ed una Fiorentina ancora lontane dalla Vecchia Signora, con un Torino sempre più intraprendente e le due milanesi in netta crisi d’identità.

Il metodo più comune per cercare di sconvolgere questi equilibri duraturi è sempre il cambio di allenatore, ed infatti, nonostante manchi ancora l’ultima giornata, il consueto valzer delle panchine è già iniziato. Iniziamo però dalle conferme: fare in un anno meglio di Antonio Conte sembrava un’impresa impossibile ed invece Massimiliano Allegri ha conquistato un ambiente inizialmente scettico ed ostile. Stefano Pioli e Gianpiero Gasperini hanno espresso probabilmente il miglior calcio della Serie A grazie ad un giusto mix di giovani e giocatori di esperienza e saranno chiamati a riconfermarsi nella prossima stagione. Stesso discorso anche per il veterano Andrea Mandorlini e Giuseppe Iachini, entrambi certi al 100 % del loro posto, così come Rolando Maran, il quale arrivato ad ottobre è riuscito a salvare i clivensi nonostante il peggior attacco della Serie A disperatamente aggrappato alla bandiera Pellissier e al partente Paloschi, ed Andrea Stramaccioni, particolarmente adatto all’appagante politica friulana votata ai giovani e alle plusvalenze. Qualche dubbio invece per Edy Reja, l’Atalanta farà nei prossimi giorni le sue valutazioni, Eusebio Di Francesco, forse pronto per il definitivo salto in una big proprio come Maurizio Sarri, ambito da diversi club di prima fascia tra i quali Milan e Fiorentina, e Giampiero Ventura, stuzzicato e non poco dall’ipotesi di un possibile ritorno al Cagliari.

Anche Roma e Inter non dovrebbero subire avvicendamenti, i giallorossi, nonostante una stagione altalenante e ricca di occasioni sprecate, hanno comunque raggiunto l’obiettivo stagionale: il secondo posto, mentre l’Inter invece è alle prese con i soliti problemi, cambiano gli allenatori, i giocatori, i dirigenti, ma la situazione non cambia. Il tecnico di Jesi non è riuscito a riportare i nerazzurri in Europa e senza coppe il mercato potrebbe risentirne a meno che il presidente Thohir non dovesse decidere di allargare ulteriormente il proprio portafogli. Sull’altra sponda di Milano invece il cambio di panchina è imminente, resta solo da capire chi sarà il sostituto di SuperPippo. Ancelotti con dispiacere ha spiegato i motivi del suo rifiuto ma Berlusconi si è detto ottimista, soliti depistaggi? Le altre piste nel frattempo restano calde, sia estere, Unai Emery, sia nostrane, Spalletti e Montella. Sì perché l’avventura dell’aeroplanino con la Viola sembra giunta al capolinea, difficile ricomporre la frattura con l’ambiente avvenuta al termine delle semifinali di Europa League. Su Montella però c’è anche l’ombra del Napoli, deluso da una stagione fin qui fallimentare e diviso tra lui e Sinisa Mihajlovic, tecnico che anche l’eclettico Ferrero sembra essersi destinato ormai a perdere ed Eto’o sembra averne già trovato il sostituto. Su di tutti tuttavia aleggia una presenza ingombrante, quella di Marcelo Bielsa, il guru del calcio, l’Italia lo aspetta a braccia aperte ma serve un progetto che lo convinca.

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