La Serie A si conferma un campionato più che mai scadente. Non ho problemi a dirlo, assolutamente, ma ammirando alcune partite verrebbe voglia di spegnere la tv e andare a bere rum come se non ci fosse un domani. Una cosa è certa: Juventus e Roma sono di un altro pianeta e, anche quest’anno si giocheranno lo Scudetto. Le due squadre somigliano a quei ragazzi che, durante l’anno scolastico studiano tanto e prendono 10 in tutte le materie a differenza degli altri compagni, che si accontentano di un 6-7, dopo aver vivacchiato sui banchi della loro classe. Bianconeri e giallorossi, infatti, nonostante un’ossatura importante, hanno lavorato ottimamente sul mercato, accaparrandosi calciatori di un certo livello.

Marotta e soci, dopo aver rimpiazzato Antonio Conte con Max Allegri, hanno acquistato elementi funzionali al progetto dell’allenatore livornese che mai, come questo inizio di torneo, era partito così bene. Coman rappresenta quella ciliegina sulla torta pagata 20 centesimi nella più costosa pasticceria europea (in questo caso il Psg) mentre tutti gli altri hanno fame e voglia di vincere. Sabatini, invece, si è accaparrato tre parametri zero (Cole, Emanuelson, Keita) oltre a Manuel Iturbe, strappato alla concorrenza per 31 bigliettoni tondi tondi (calcolando anche le varie percentuali, con annesse commissioni). Ho citato solo i volti nuovi più importanti, anche se la differenza con le milanesi e il Napoli, squadre che una volta erano accreditate per la vittoria finale, è abissale.

Il Milan, nell’anticipo di sabato sera contro la Juventus, si è comportato come una formazione che si deve salvare con 34 giornate di anticipo. Nessuna azione degna di nota, tranne in qualche frangente, e pallino del gioco in mano ai bianconeri che, da grande squadra, hanno colpito al momento giusto. Nell’occasione della rete di Tevez, il Milan aveva 10 calciatori vicino alla propria metà campo. Mi fermo qui altrimenti peggioro la situazione in casa rossonera, già “colpita” dalle parole di Silvio Berlusconi, palesemente offeso per i suoi consigli mai ascoltati. L’Inter, poi, non è da meno. A Palermo va sotto a causa di un errore di Vidic, pareggia in maniera alquanto casuale con Kovacic, rischia di subire gol in almeno 4 occasioni e per poco non si porta a casa l’intero bottino con Osvaldo.

Tralasciando gli highlights scritti del match, posso affermare che i nerazzurri non possono giocare così. Troppa distanza tra i reparti, poco mordente e prestazione da buttare dal traghetto. Il Napoli, infine, sta pagando a caro prezzo la diatriba De Laurentiis-Benitez (lo sa anche il mio edicolante). Il primo è, ormai, assente, con lo spagnolo che mette in campo formazioni in modo confusionario e senza un nesso calcistico. Anche a Udine sconfitta che apre ufficialmente la crisi in casa azzurra. E intanto, dopo tre giornate, Juve e Roma sono in fuga, tallonate dal Verona. Ma questa è un’altra storia…

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