Tre giorni. Un week end di febbraio. Il momento più atteso per tutti gli appassionati di basket: il week end dell’All Star Game NBA. Il mondo sportivo USA e non solo si ferma per assistere ad un autentico spettacolo.

L’All Star Game è prima spettacolo e poi basket. La partita che chiude il week end ha poco a che fare con una partita vera ma è uno spettacolo da non perdere per nulla al mondo. I migliori giocatori del mondo che si affrontano. Tutte le stelle del firmamento NBA insieme in una sera. Spettacolo allo stato puro.

Media, star system, grandi brand, tutti ad accaparrarsi un posto “in prima fila” per questo grande evento a stelle e strisce. L’All Star Game 2015 inoltre, ha avuto uno stimolo in più. Anzi due. Il week end scelto è stato quello di San Valentino e la città che lo ha ospitato è stata una certa New York.

Ma come funziona l’All Star Game? Il tutto è concentrato in tre giorni. Dal venerdì alla domenica. Si parte il venerdì con la gara delle “matricole”: il Rising Star Challenge che ha messo di fronte i migliori rookie e sophomore (i giocatori al secondo anno di NBA) staunitensi e del resto del mondo. La sfida dell’All Star Game 2015 è stata vinta dal resto del mondo trascinato da Andrew Wiggins, MVP della partita.

Nella serata di sabato, l’All Star Game ha ospitato anche un pò di Italia con il nostro Marco Belinelli a difendere il titolo del Three Point Contest. La gara dei tiri da tre è stata l’ultima di una serie di divertenti esibizioni intervallate da spettacoli, balli, sketch comici, tutto come da tradizione a “stelle e strisce”. La serata è iniziata con il Degree Shooting Stars, una gara di tiro dalle posizioni più strane, compreso il tiro da metà campo, che ha visto la vittoria del Team Bosh campione in carica composto da Chris Bosh, un grande ex cestista NBA come Dominique Wilkins e Swin Cash dei New York Liberty, squadra della WNBA. È stata la volta dello Skills Challenge, una sorta di corsa ad ostacoli con tiro da tre finale vinto Patrick Beverley degli Houston Rockets.

Per superare Marco Belinelli nel Three point contest, gli USA hanno deciso di schierare i bombardieri di razza. Veri e propri fenomeni del tiro da tre: Stephen Curry (Warriors), James Harden (Rockets), Kyrie Irving (Cavaliers), Kyle Korver (Hawks), Wesley Matthews (Blazers), J.J. Redick (Clippers), Klay Thompson (Warriors). Il Beli da campione in carica era l’ultimo a tirare, ma purtroppo, prima di lui, gli Splash Brothers avevano incantato e quindi l’italiano è rimasto fuori dalla finale. Curry e Thompson al momento sono di un altro pianeta. La finale è stata una sfida in casa per i Warriors che ha visto spadroneggiare il fenomeno di questa prima parte di stagione NBA: signore e signori Mr. Stephen Curry, autore di una prestazione super con 20 canestri su 25 e una serie pazzesca di 13 triple consecutive.

L’ultima gara della serata di sabato è stata la gara delle schiacciate: lo Slam Dunk Contest vinto da uno spettacolare Zach LaVine, diciannovenne dei Minnesota Timberwolves, che ha superato in finale Oladipo, diventando così il secondo più giovane di sempre a vincere questo particolare appuntamento dopo un certo Kobe Bryant.

http://www.youtube.com/watch?v=SF916Pyk4Bs

Domenica l’ultimo grande appuntamento, l’All Star Game vero e proprio dove i migliori giocatori della Eastern e della Western Conference hanno semplicemente dato spettacolo. Al Madison Square Garden di New York si è concluso in grande lo spettacolo con la partita delle partite anche se di agonismo se n’è visto davvero poco. Poca difesa, tanti canestri e tanto, ma tanto spettacolo. La partita è terminata “solo” 163-158 per l’Ovest con Russell Westbrook autore di una prestazione super, MVP della serata, con 41 punti a referto. Spettacolo nello spettacolo con l’esibizioni durante le pause di Christina Aguilera, le esibizioni dei vari musical di Broadway come Jersey Boys, Mamma Mia, Chicago.

http://www.youtube.com/watch?v=JLBnkP0eei4

Finito lo spettacolo, i fenomeni ora si godranno qualche giorno di riposo e poi le varie franchigie riprenderanno la regular season. Si riprende l’agonismo e si mette nel cassetto lo spettacolo. Fino all’anno prossimo, per un nuovo All Star Game.

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