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Tom Boonen. Foto: Tim De Waele

Un grande del terzo millennio lascia l’attività agonistica: a 37 anni, Tom Boonen ha deciso di appendere la bicicletta al chiodo e lo ha fatto al termine della gara che più di ogni altra lo ha reso celebre, la Parigi-Roubaix.

Da qui ha cominciato a diventare grande in quel magico 2005 concluso con l’oro iridato a Madrid, qui ha chiuso la sua parabola fatta di vittorie spettacolari, il giorno della vittoria del suo connazionale Greg Van Avermaet nella 115^ edizione. Le feste in suo onore sono cominciate già una settimana prima, a partire dalla sua ultima corsa nel suo Belgio, lo Scheldeprijs: gli organizzatori di quella prova hanno deciso di spostare in suo onore la partenza a Mol, città natale di Tommeke, per omaggiarlo di ciò che ha fatto nel mondo del ciclismo.

E a Roubaix, come ovvio che sia, la folla è stata calorosissima nei suoi confronti: sono state distribuite alla partenza diecimila mascherine con il suo volto e, all’interno del velodromo più celebre al mondo, un boato ha accolto il suo ingresso, purtroppo non da vincitore, sebbene abbia dato tutto per potersi giocare il suo quinto successo nella Regina delle Classiche e scavalcare per sempre Roger De Vlaeminck, con il quale detiene il record di quattro vittorie.

Quattro vittorie, appunto. È il momento di ricordarle attraverso i video. La prima arriva nel 2005, quando, pochi mesi prima della conquista della maglia iridata, riesce a lasciarsi alle spalle lo statunitense George Hincapie e lo spagnolo Juan Antonio Flecha. Bisogna attendere tre anni e, nel 2008, arriva il bis lasciandosi dietro lo svizzero Fabian Cancellara (tris nell’albo d’oro) e l’italiano Alessandro Ballan, l’ultimo dei nostri in grado di giocarsi veramente l’Inferno dl Nord.

Nel 2009 ancora un azzurro sul podio, Filippo Pozzato, che batte Thor Hushovd, ma deve arrendersi al tris di Tornado Tom, che poi compie il fantastico poker nel 2012 con un arrivo in solitaria (sul podio arrivano il francese Sebastien Turgot e nuovamente Alessandro Ballan).

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