Un ennesimo episodio di violenza ha infangato il mondo del calcio giovanile. Teatro di questo episodio tanto clamoroso è stato ancora una volta un campo di calcio in cui stava andando in scena una partita di Giovanissimi, con atleti di un’età compresa tra i 14 ed i 15 anni.

L’episodio è avvenuto su un campo della cittadina leccese di Montesano Salentino, un comune di circa 2.600 abitanti, durante la gara tra Tricase e Sogliano Cavour. Secondo quanto riportato da chi sul campo e sugli spalti era presente, durante la seconda frazione di gioco del match il genitore di un atleta in disaccordo con la decisione dell’arbitro, ha raggiuntoil giovane direttore di gara della sezione di Casarano sul rettangolo verde scavalcando la recinzione, per poi iniziare a schiaffeggiarlo violentemente. L’episodio ha provocato la pronta sospensione della gara, con conseguente trasporto del direttore di gara all’ospedale di Tricase ed inevitabile indagine da parte dei carabinieri.

Ma in una vicenda talmente drammatica non manca un risvolto positivo. Sarebbero infatti arrivate le tempestive scuse per quanto accaduto, non da parte del genitore autore della violenza ma addirittura da suo figlio, che in lacrime non ha potuto far altro che chiedere perdono a tutti, malcapitato arbitro in primis.

Si tratta del secondo episodio in pochi giorni, dopo quanto accaduto sempre sui campi di calcio salentini lo scorso 26 ottobre, quando ancora un arbitro 17 enne era stato vittima di violenza da parte di alcuni calciatori e dirigenti contrari ad un calcio di rigore comminato contro la loro squadra.

Per l’ennesima volta assistiamo dunque ad un grave e censurabile episodio di violenza nel mondo del calcio, ma ciò che più fa accapponare la pelle, è come teatro di tali episodi siano proprio quei campetti di calcio in cui il pallone dovrebbe essere soprattutto un momento di pacifica convivialità con l’altro e di mero sport, ma che sempre più spesso finisce col diventare un ring di pugilato. Stride inoltre come ancora una volta ad aver scatenato il tutto sia stato un genitore, cioè colui che il piccolo atleta-tifoso dovrebbe educarlo. Come dire, se il buon giorno si vede dal mattino abbiamo seri motivi per passare notti insonni…

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